Quando, la giustizia sana volge al termine?
Volevamo stupirvi con effetti speciali? Diceva un famoso spot televisivo……e, poi continuava…..ma qui non c’è scienza e ne fantascienza, qui assistiamo ad una cruda realtà dei fatti. Una realtà che ha dell’inverosimile perchè ripercorre le evoluzioni del passato, un passato triste ma primario che ci ha distinto davanti al mondo, da quel 1980 quando un pool di magistrati e dei relativi investigatori, la banda Pellegrino e poi la Crimor del Capitano Ultimo, mettevano le mani certe bestie umane che avevano negli anni precedenti privato dei figli alle loro madri, che avevano rubato, ucciso, distrutto tutto cio’ che di buono madre natura aveva procreato. Il Maxi processo che riusciva a inchiodare quelle stesse bestie che avevano venduto l’anima a satana con le loro consapevoli alternate reazioni dei guadagni facili tra droga, appalti, armi, prostituzioni ect.
I risultati che via via davano i tanti giornalisti, i tanti investigatori, davano riscontri essenziali, piccole porzioni racchiuse in un puzzle, di tracce e realtà che permettevano di segnare un punto a vantaggio. Erano piccoli semi che sarebbero serviti per un futuro capace di adeguare nuovi strumenti per la lotta alla mafia. Tanti sono morti per questo progetto e molti altri sono nati per un progetto al quanto superiore ma sempre sulla stessa linea del Giudice Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, isolati da uno Stato ignobile, ridicolo, che li ha traditi cucinandoli a fuoco lento fino a scoraggiare qualsiasi linea di interazione, qualsiasi linea di reazione, con quel famoso papello, la trattativa tra mafiosi e carabinieri, tra mafiosi e lo Stato. Ancora oggi assistiamo ad un ulteriore annientamento della giustizia nel silenzio dei media. Le richieste di Cosa Nostra allo Stato non si erano completate del tutto, erano mosse nel silenzio, all’oscuro di tutto, come vermi che si aggrovigliano l’un l’altro muovendosi nella melma e distruggendo ogni cosa. Che dire di quel famoso papello che era stato affidato nel tempo ad un bestiale Vito Ciancimino e ad i successivi politucoli da strapazzo che hanno ordito alle spalle delle giuste leve, offrendo manovalanza carente agli occhi del male.
L’avvocatura dello Stato compromessa da alcuni elementi troppo desiderosi di accorciare le distanze dei malavitosi rinchiusi, ha aperto la possibilità di concedere la libertà condizionale ai condannati all’ergastolo ostativo che non si sono pentiti e quindi non hanno collaborato con la giustizia. Lo fa cambiando la sua posizione durante l’udienza pubblica davanti alla corte costituzionale. Questo modo è nell’inverosimile in quanto non ha chiesto piu, di considerare inammissibile la richiesta della Cassazione, cioè quella di dichiarare incostituzionale la norma che vieta ai condannati la fine della pena per fatti di mafia e terrorismo di poter accedere alla liberazione condizionale anche coloro che non collaborano con la giustizia. Al contrario, ha invitato la Consulta a emettere una Sentenza secondo cui la Corte non dichiara incostituzionale la norma sull’ergastolo ostativo, ma riconosce al giudice di sorveglianza il potere di valutare a sua discrezione caso per caso….
Assistiamo all’ennesimo fallimento dello Stato, uno Stato nudo e crudo, debole e inutile, infatti se il giudice vuole potrebbe concedere la libertà vigilata anche alle bestie mafiose irriducibili, quelli che custodiscono i segreti delle stragi, quelli che sono al 41 bis, a patto che hanno scontato 26 anni di carcere, senza che abbiano mai manifestato alcuna intenzione di collaborare con i magistrati.
Cosa si sintetizza in questo modo? Smantellando il sistema di contrasto alle mafie (come dice il Giudice Di Matteo), si realizzeranno alcuni degli obiettivi generali della campagna stragista del 1992-94 con lo smantellamento del sistema complessivo di contrasto alle organizzazioni mafiose ideato e voluto da Giovanni Falcone.
Non puo’ definirsi un cambiamento. L’attuale ministro è la sintesi della Negligenza, il coacervo di una incapacità generale di uno “Stato” vuoto incapace di adattare la giustizia alle necessità di un popolo vittima della corruzione, mafia e criminalità.
Abolire il 41 bis e dare un tocco di spugna all’ergastolo o alla prescrizione o alla libertà vigilata, è un modo per non interessarsi del rispetto di coloro che hanno immolato la loro vita al principio del diritto; calpestare i semi è un vero atto di guerra alla nostra cultura e al nostro vivo principio di giustizia.