Quando i pazienti di un reparto sono solo cavie e numeri…..

Il titolo di questo post è molto acre, ma ha un significato che difficile rientrerebbe nella piena considerazione giusta; ancora una volta esistono individui che non usano quelle delicatezze e quelle premure tipiche di coloro che aiutano altri in difficoltà. Il settore è quello sanitario di un reparto, Nefrologia dell’ospedale Civico di Palermo, in Sicilia; ma di sicuro ne esitono altri in ospedali sul territorio italiano, dove è assente la responsabilità dei sanitari nella cura dei pazienti e un insieme di attitudini rivolte ad sminuirne la vita sulla terra. Introduco a questo incipit un articolo che recentemente mi è saltato agli occhi e che mi ha ricondotto al mio passato e alla perdita di un genitore per mano demoniaca di certi sanitari non proprio aperti alla salvaguardia della vita umana. Si tratta di un articolo pubblicato su PalermoToday il 30 ottobre, e su una vittoria giudiziaria con condanna e ammenda. L’anno di riferimento è il 2013, un anno terribile che ha lasciato ognuno di noi sospeso in un limbo; chi ha avuto un genitore ricoverato in quel reparto lo puo’ capire, se il genitore poi perde la vita per la non curanza da parte dei sanitari allora il livellamento mentale valuterà forse le atipiche anomalie di certi ambienti.

Un reparto mal organizzato con medici che non hanno il senso della professionalità, alcuni con una voglia di aspirare a killer dell’anno, ed ancora una volta a chi chiama i pazienti con i numeri quasi fossimo nei ghetti degli ebrei dopo il rastrellamento tedesco. Non comprendo perchè non viene più salvaguardata la VITA e ci si accanisca con rifiuto e superficialità, disprezzando il malcapitato del momento delicato e accentuando altre situazioni batteriologiche su un corpo delicato e annientato dal disprezzo tipico di chi non intende curare ma accentuare il male; gli angeli della morte sono più di quanto possiamo pensare.
Leggendo quell’articolo ho rivissuto i momenti terribili del dolore di mio padre imprigionato nella stanza degli orrori, tra le risate interne di personaggi gravati da anomalie fisiche desiderosi di malvagità; un camice bianco con il dito mozzato, un altro albino, un altro rosso ed uno che si vantava di coltivare numeri per letti; erano i pazienti segnati con numeri che occupavano i letti….

Non parliamo della mal manutenzione delle attrezzature, della sporcizia dove l’allevamento batteriologico ne faceva da padrona in un reparto dove la sacralità della sterilizzazione doveva essere il pane quotidiano dei sanitari, abbandonati all’abuso e alla irresponsabilità.

Mi ripeto sempre che la ruota possa girare nel senso contrario e che i responsabili possano sprofondare nell’abisso degli inferi; ma questo accadrà a suo tempo, con la lentezza forse tipica di un eventuale ravvedersi dai peccati dell’aver provocato la morte . Comincio a non credere che questo avvenga; ma sono fiducioso che la maledizione di alcuni eventi vissuti possa spargersi come un male incontrollabile su di loro e su chi per loro.

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