Consorzi Irrigui …ma sono davvero organizzazioni a vantaggio della collettività?
Prima di spiegare come alcuni consorzi irrigui siano cosi’ inefficienti, bisogna dare una definizione al termine Consorzio evincendo quello che Wikipedia fornisce sul web, ossia “I Consorzi di bonifica e irrigazione sono enti pubblici economici a carattere associativo e fanno parte degli enti del sistema regionale. “ Quindi il Consorzio è un organizzazione di individui che hanno il compito di bonificare un area territoriale rendendo fruibile certe opere pubbliche di bonifica e controllo dell’acqua sul territorio di competenza, detto “comprensorio di bonifica“. Quindi gestisce un elemento vitale della specie umana, l’acqua, nel suo caso usata come irrigazione di campi sia ad uso commerciale che privato, migliorandone le condutture e controllando sia privati che imprese al coordinamento di tutte quelle politiche gestionali e organizzative necessarie al mantenimento della operosità comune.
Come qualsiasi servizio di pubblica utilità si dovrebbe e dico si dovrebbe previa contrattualizzazione, stipulare degli accordi di prestazione tra privati e aziende per il pagamento di un annualità e la fornitura di acqua secondo la tipologia e l’esigenza irrigativa. Oltre al monitoraggio del territorio, dovrebbe lo stesso consorzio investire in strumenti e mezzi consentendo un piano operativo in collaborazione con la Regione di riferimento. Parlo al condizionale perchè a mio avviso anche quando tutto questo viene evinto nella documentazione di statuto del consorzio, la realtà è un totale abisso…
Ora non so, o meglio pochi riferimenti sono evidenti per i Consorzi nel resto d’Italia, ma quello che posso dire, anche per esperienza personale puntando il dito sul Consorzio Irriguo della Sicilia Occidentale, che tra opere fatiscenti, perdite continue ed inarrestabili di acqua, rotture improvvise o indotte di condutture all’uopo predisposte per l’irrigazione oppure il furto di tubazioni dai comprensori di riferimento mettendo in ginocchio chi ha sostenuto ingenti spese per la collocazioni di impianti; ecco davanti tutto questo sistema corrotto di inadempienze e illeceità; di inadeguatezza a 360 gradi, cerca di venire fuori la parte più onesta di coloro che intendono adeguarsi ad un esatto stato di diritto coinvolgendo sempre più persone alla fruizione di un servizio lecito.
La realtà è un vero e proprio far west. Il servizio di coordinamento e gestione di uomini e mezzi dovrebbe essere essere mutata in un piena ed inarrestabile diligenza del buon padre di famiglia; invece si trasforma in un totale menefreghismo ai danni dei privati che vorrebbero fruire di un servizio di irrigazione per il loro terreno o le piccole cooperative agricole, tutti rimangono sbattuti fuori da un sistema colluso di gente inutile e scanzafatiche. Meglio far perdere l’acqua in terreni abbandonati o lungo le strade, piuttosto che regolare il quadro normativo e consentire previo pagamento di abbonamenti su misura, un servizio a tutto tondo.
La realtà Siciliana fa veramente pena, in un girone demoniaco di disinteresse e abbandono, un sistema pre delinquenziale di isolamento per coloro che richiedono interventi per ristabilire l’ordine.
L’acqua in bene comune, l’elemento vitale dovrebbe essere gestita da chi avrebbe a cuore la sua giusta fruibilità erogativa; invece finisce per essere intrappolata da pochi corrotti per un sistema viscido e superficiale.
Ma quando ci sarà un vero lieto fine? O meglio quando i cittadini potranno fruire di un servizio lecito, pagando le questue dovute dietro stipula di adeguati contratti? Invece tutto questo viene minato da gente scorretta e poco adeguata ai comportamenti nella diligenza del buon padre di famiglia…. Troppa delinquenza, troppi favori, troppa corruzione….in questa Sicilia dove la mafia dei colletti bianchi è troppa .