Facebook e la sua politica di …regime
I social network hanno rivoluzionato la metodologia comunicativa, spingendo i frequentatori assidui a scrivere tutto, ma proprio tutto e cercando degli acoliti in massa. Prima ci si riuniva nei bar o nei locali di ripiego secondario o si usava il cellulare in quelle telefonate che duravano ore e ore e si occupavano intere giornate a discutere e pianificare gli incontri pomeridiani o le serate; da un punto di vista relazionale, questa metodologia era più diretta e ci si diceva di tutto guardandosi in faccia; ma ora con delle tecnologie sempre più sofisticate e l’avvento di internet questo spingersi oltre ha creato, una certa dissociazione interpersonale isolando l’essere umano dal suo simile e coinvolgendolo nella visione di immagini, video e post inseriti quasi a sostituire la vecchia relazione verbale. Il web un po ostico nel trattenimento di parole buttate li senza peli sulla lingua. Gli addetti ai lavori oggi chiamati, Leoni da tastiera, hanno ricevuto una certa attenzione con quelle riconoscenze penalizzate da gruppi di moralizzatori specializzati in interventi di questo genere, e quando un tema risulta un po più caldo del solito e fuori dall’analisi geopolitica ecco venire fuori i moralizzatori ossia quelli che per obsolete politiche comunicative sospendono il post inserito incautamente, quasi fossimo legati ai canoni di regime, intervenendo e inibendo l’uso della piattaforma e oscurando la comunicazione scritturale oltre il limite. Mi sono accorto che spesso le spie del regime totalitario intervengono quando un certo uso di lettere, parole o pensieri resi concreti possa scaldare gli animi di un certo concetto lontano da pensieri comuni, seri e poco nevrotici. Se per esempio l’attenzione attuale verte a definire che il cielo è rosso e all’interno di un gruppo qualcuno dice che il cielo ha un colore diverso, ecco che viene bloccato, allontanato perchè si è una voce fuori dal coro. Non si parla più dell’uso di un linguaggio educato, o del torpiloquio di genere, ma dell’iniziativa a non sforare da un concetto diverso. Tutto questo ha trovato il suo principale legame con le idee politiche che hanno sconvolto sia l’opinione pubblica che lo stare decisis, una formula che violerebbe la libertà di pensiero insita in ognuno di noi…
Facebook ormai è diventato un campo minato, si trovano spesso bombe pronte a esplodere; gli accadimenti su cui discutere sono tanti per non parlare delle fake news che fomentano all’odio, ma non tutte le notizie false possono definirsi a 360 gradi falsi, sono una sorta di depistaggio dal volume informativo reale che viene osteggiato dalla massa di altri output elaborati per creare contenuti e allontanare dalla retta via. Ma fortunatamente il web è grande, non ci sono solo i social network, anzi tra blog e video, il quantum materialistico è sempre fiorente evitando di arginarsi oltre.
Pensare che Facebook non era cosi, nel tempo è diventato un mezzo comunicativo di grande rilievo, nella buona e nella cattiva sorte. ..